A seconda della posizione del termine medio nelle due premesse abbiamo quattro figure (schèmata) di sillogismi, ossia, indicando con M il termine medio con P l'estremo maggiore che poi sarà il predicato della conclusione e S l'estremo minore che sarà poi il soggetto della conclusione, si hanno 4 figure
M P S M ----- S P |
P M S M ----- S P |
M P M S ----- S P |
IV figura P M M S ----- S P |
Ad esempio, per la I figura,
Tutti gli uomini sono mortali praemissa maior (MP)
Tutti gli ateniesi sono uomini praemissa minor (SM)
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Tutti gli ateniesi sono mortali consequens (SP)
Indicando con sub il subjectum e con prae il praedicatum, possiamo ricordarci le quattro figure (le prime tre aristoteliche la quarta attribuita a Galeno (II sec. d. C.)), attraverso il seguente verso
sub prae, tum prae prae, tum sub sub, denique prae sub
Si osservi, come d'altronde si è già fatto notare, che la conclusione è sempre un enunciato il cui soggetto è l'estremo minore e il cui predicato è l'estremo maggiore.
Sappiamo che un enunciato può essere di 4 tipi diversi, può infatti essere di tipo A, E, I, O. Inoltre in ogni figura abbiamo 3 enunciati. Questo comporta che ogni figura può essere data in 43=64 modi diversi. Ne segue che, dal momento che abbiamo 4 figure, si hanno in tutto 64x3=256 modi diversi. Tuttavia non tutti questi 256 modi sono validi, bensì solo quelli che soddisfano otto regole che i medievali hanno sintetizzato nei seguenti versi da mandare a memoria
1. Tum re, tum sensu, triplex modo terminus esto.
2. Latius hos quam praemissae conclusio non vult.
3. Nequaquam medium capiat conclusio oportet.
4. Aut semel aut iterum medius generaliter esto.
5. Utraque si praemissa neget nihil inde sequetur.
6. Ambae affirmantes nequeunt generare negantem
7. Nil sequitur geminis ex particularibus unquam.
8. Peiorem sequitur semper conclusio partem.