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Metodo della concordanza

Illustriamo il primo metodo partendo da un esempio.

A New York cinque studenti di medicina si ammalarono contemporaneamente, manifestando cefalea, dolori muscolari, tumefazione delle linfoghiandole e della milza, febbre. Gli studenti erano tutti iscritti alla Cornell University, ma frequentavano corsi diversi, mangiavano in luoghi diversi e si conoscevano appena. La malattia era insorta pochi giorni dopo aver partecipato a un pranzo dove avevano consumato carni insaccate. Si sospettò che questo, unico fattore rilevante comune, fosse l'agente causale della malattia, e le indagini successive confermarono che lo era stato, poiché l'ingestione di carni parassitate mal cotte aveva trasmesso a tutti i cinque studenti la toxoplasmosi.
(B.H. Kean et al., An epidemic of acute toxoplasmosis, in "JAMA", 1969, n. 12, p. 1002)

La generalizzazione di questo procedimento per l'individuazione di un fattore rilevante comune viene definita così:

"Se due o più casi del fenomeno che stiamo indagando hanno una circostanza in comune, la sola circostanza per la quale tutti i casi concordano è la causa (o l'effetto) del fenomeno dato".
(J.S. Mill, III, VIII, p. 539).

Indicando con le lettere maiuscole le circostanze antecedenti (ad esempio A = partecipazione al pranzo; B = la consumazione abituale di pasti alla mensa Macafee; C = frequentazione del corso di anatomia del III anno; ecc.) e con le lettere minuscole i casi relativi al fenomeno indagato (ad esempio w = aver contratto la toxoplasmosi; x = essere un fumatore; Y = aver subito un'operazione di appendicetctomia; ecc.) possiamo scrivere schematicamente:

Per il 1° studente A B C D si presentano insieme a w x y z
Per il 2° studente A E F G si presentano insieme a w t u v
Per il 3° studente A H I L si presentano insieme a w p q r

Quindi per gli studenti in oggetto A è la causa di w.

In questa e nelle successive schematizzazioni dei metodi di Mill utilizziamo, con qualche variazione, la formalizzazione di Copi e Cohen, Introduzione alla logica [1961-1994], Il Mulino, Bologna 1997, pp. 496-523.
Ricordiamo che per questo metodo, così come per gli altri messi a punto da Mill, uno schema analogo a quello qui illustrato può essere utilizzato per ricercare l'effetto, anziché la causa.

Mill riconduce questo criterio all'"assioma" per cui "tutte le circostanze che possono essere escluse senza pregiudizio per il fenomeno, o che possono essere assenti, nonostante il fenomeno sia presente, non sono connesse causalmente con il fenomeno" (Mill, 1843, p. 539). Appare sullo sfondo di questo criterio la tavola delle concordanze di Bacone, ma allora come ora emerge anche il limite entro cui vale questo canone: non si danno spesso casi in cui è così facile individuare il fattore comune nell'insieme dei fattori rilevanti, né casi in cui tale fattore sia unico.
L'individuazione di fattori in comune non è facile, poiché essi sono certamente presenti in numero superiore al necessario. È noto infatti il controesempio del bevitore scientifico che, ubriacandosi ogni sera e ricercando la causa di questa disfunzione del suo comportamento, per cinque sere elencò con precisione ciò che aveva bevuto prima di ubriacarsi: bourbon con soda, brandy con soda, whisky con soda, rum con soda, gin con soda. A questo punto poté concludere con serena consapevolezza metodologica che la causa dell'ebbrezza da bevitore era la soda.
Il problema della rilevanza dei fattori comuni indebolisce l'efficacia del metodo della concordanza: occorre infatti essere già in possesso di una accettabile teoria selettiva tra i fattori comuni nei casi esaminati, per riuscire a ridurre il loro numero in modo accettabile.
Anche risolta la questione della rilevanza, non diventa per questo più facile individuare l'unico fattore comune rilevante, tale da indicare la causa (o l'effetto) del fenomeno. È per far fronte a questa difficoltà che si introduce il secondo canone.

Vedi anche:

metodo della differenza
metodo congiunto della concordanza e della differenza
metodo dei residui
metodo delle variazioni concomitanti
conclusione sui metodi di Mill
la causa come condizione necessaria e sufficiente
bibliografia essenziale